I giorni più belli

MI METTO A SCRIVERE LA STORIA DI UN RAGAZZO DI NOME SEAN COURTENEY, CRESCIUTO IN UN RANCH IN AFRICA

Cominciai a scrivere di mio padre e della mia adorata mamma, intervallandoli a brani sulla storia africana. Scrissi di gente bianca e di gente nera. Scrissi di spedizioni di caccia e di miniere d’oro, di bordelli e di donne. Scrissi d’amore e di odio. In breve, descrissi tutte le cose che conoscevo bene e avevo amato di più. Eliminai tutti i pensieri immaturi, la politica radicale e gli atteggiamenti ribelli che erano stati la spina dorsale del primo romanzo. Riuscii persino a inventarmi un buon titolo, Il destino del leone.

Inviai il manoscritto alla mia agente, a Londra, Ursula Winant. Seppi poi che aveva telefonato all’amministratore delegato di un’ottima casa editrice, la William Heinemann. Il suo nome era Charles Pick e lei lo interpellò in questo modo:

«Charles, ho un libro che vi farò solo leggere a tre condizioni. In primo luogo, dovete dare allo scrittore un anticipo di mille sterline.»
Al tempo si trattava di una somma inaudita per un primo romanzo.

«In secondo luogo, la prima tiratura deve essere di quattromila copie.»
Era una quantità rispettabile per un autore già conosciuto.

«Infine, devi dargli una royalty del 7,5% sulle vendite successive.»

Charles rispose solo «Mandami il manoscritto, e poi ne parliamo.»

Lesse il romanzo nel fine settimana e telefonò a casa della mia agente la domenica sera:

«Ursula, non posso accettare nessuna delle tue condizioni. Innanzitutto, l’anticipo non sarebbe di mille ma lo alzerei a duemila sterline. Secondo, intenderei partire con una prima tiratura di diecimila copie. Infine, pagherei royalties del 10%.»

Due giorni dopo, il postino pedalava sul vialetto della casa che condividevo nello squallore con altri quattro scapoli. Firmai il ritiro del telegramma. Lo aprii e la mia vita cambiò per sempre.

Una settimana dopo il postino pedalava verso casa mia con un altro telegramma. Il Readers Digest aveva selezionato il mio romanzo per farne uno dei loro celebri Condensed Books. Lasciai di mancia al postino un’intera sterlina.

Nelle settimane successive il postino venne a trovarmi con regolarità. Portò la buona notizia della vendita dei  diritti cinematografici a Hollywood, di una selezione per un club del libro, di pubblicazione da parte della Viking Press a New York per una somma allucinante, di nuovi editori in Germania e in Francia, di un tascabile venduto a Pan Books in Inghilterra. Diventammo amici rapidamente, io e il postino. Urlava da fuori, “Un altro, Bwana!”. Quando gli aprivo, aveva già la mano aperta, pronta per la mancia.

Non avevo mai preso ferie dal lavoro per tre anni. Non ero mai stato in grado di permettermi il lusso di una vacanza. Mi congedai e incassai tutto in una volta, abbastanza per vivere di rendita i cinque anni seguenti. Lasciai la contabilità per sempre. Ero così pieno di soldi e di buoni propositi che riprovai a sposarmi, con lo stesso risultato… nacque un bambino poco dopo il divorzio.